Radio Anni 60


Radio Anni 60

Prima dell'apparecchio vero e proprio infatti, alcuni scienziati scoprirono l'esistenza di queste strane radiazioni elettromagnetiche - le onde radio appunto - che viaggiavano nell'aria e potevano essere intercettate da appositi strumenti. Negli anni '20 inizia a concretizzarsi l'idea di diffondere contenuti sonori alle masse: nasce la radio come mezzo di comunicazione di massa. Il termine tecnico per una tale diffusione è broadcasting, tale termine sta infatti ad indicare una comunicazione unidirezionale da uno verso molti. Radio Digitale: La radio DAB comporta quindi alcuni vantaggi innegabili. In primo luogo la qualità audio è superiore rispetto alla radio FM, anche se molto dipende dalla compressione del segnale dell’emittente; l’utilizzo della radio digitale è decisamente semplificato rispetto al passato; la copertura del segnale digitale si sta espandendo rapidamente in tutta Italia; l’assenza di interferenze sul segnale; la ricerca automatica della stazione in funzione della posizione del ricevente; la possibilità di far condividere a più segnali lo stesso canale e di conseguenza più emittenti in grado di condividere lo stesso mezzo trasmissivo, senza interferenza tra di essi.

Ogni emittente radio ha un proprio nome e un editore, che ne cura il palinsesto e il bilancio. L'editore è responsabile degli ascolti, che l'emittente riesce a raggiungere ed è quest'ultimo che fissa gli obiettivi annui. Negli anni '20 inizia a concretizzarsi l'idea di diffondere contenuti sonori alle masse: nasce la radio come mezzo di comunicazione di massa. Il termine tecnico per una tale diffusione è broadcasting, tale termine sta infatti ad indicare una comunicazione unidirezionale da uno verso molti.

Negli anni '90 si diffonde la formula del network a cui si adeguando le principali emittenti. Contemporaneamente si assiste alla scomparsa di molte radio più piccole. Nascono in questi anni Radio Capital (1995) e Radio 24 (1999) la prima radio italiana all-news ed è inoltre la prima rete legata ad un quotidiano, il Sole 24 Ore. Nel 1988 con la riforma del servizio radio-televisivo pubblico, le reti radiofoniche RAI rinunciano ad inseguire la concorrenza privata in termini di ascolto e puntano sulla qualità, trasformandosi in programmi d'approfondimento e intrattenimento leggero. Nello stesso anno nasce Audiradio che riunisce la RAI, la Sipra e altre organizzazioni del settore con lo scopo di effettuare indagini periodiche a livello nazionale per la rilevazione dell'ascolto radiofonico. Due anni dopo, nel 1976, una seconda sentenza della Corte Costituzionale liberalizza la trasmissione via etere in ambito locale. In casa, con gli apparecchi radiofonici, si riceve sia la Modulazione di ampiezza (AM) che quella di frequenza (FM). Tutte la radio private riuscirono in questo modo a sfruttare le enormi potenzialità dell'FM.