Radio Maria


Radio Maria

Tra il 1895 ed il 1896 Popov costruì un ricevitore in grado di captare segnali emessi da lontano e ne dimostrò il funzionamento durante alcuni esperimenti a San Pietroburgo. Nel gennaio 1928 l'URI divenne EIAR (Ente Italiano Audizioni Radiofoniche). Con un decreto, il fascismo stabilisce che l'informazione sia gestita dall'agenzia Stefani, l'organo di stampa ufficiale del regime. Intanto l'EIAR, conosce una grande diffusione popolare; similmente a quanto avverrà poi per la televisione, la gente non potendo permettersi una radio nella propria casa si recava ad ascoltarla nei bar e nei locali pubblici, e la propaganda fascista favorì la diffusione di altoparlanti che collegati agli apparecchi trasmettevano i discorsi del Duce nelle piazze di tutto il Paese. Con il progetto ''Radiorurale'', nel 1933 la radio venne diffusa in tutte le scuole d'Italia e permise a molti studenti, di approfondire la conoscenza della lingua italiana che a settant'anni dall'Unità d'Italia era ancora sconosciuta alla maggioranza degli italiani.

Il mondo scientifico di allora però pensava alle onde radio come una pura curiosità scientifica, senza grandi applicazioni pratiche. Fortunatamente non tutti la pensavano così. è la prima radicale innovazione nelle comunicazioni di massa dopo l'invenzione della stampa e conosce subito un grandissimo successo, soprattutto in America e in Europa. Come sempre accade, la tecnologia, una volta messa a punto, genera nuovi contenuti, linguaggi, immaginari, ed anche produttori e prodotti, consumi e consumatori. Nei primi decenni di vita le trasmissioni avvengono in modulazione di ampiezza (AM). La radio inizialmente si diffonde nel mondo secondo due modelli: un modello completamente libero affidato all'iniziativa privata e che si finanzia con la pubblicità, e un modello monopolistico affidato allo Stato e gestito come servizio pubblico. Il primo modello si diffonde negli Stati Uniti e sarà preso d'esempio in America settentrionale, il secondo modello si diffonde nel Regno Unito e sarà preso d'esempio in Europa.

Le radio si dividono inoltre in emittenti radiofoniche nazionali, se raggiungono la maggior parte del territorio di una nazione e in emittenti radiofoniche locali, se si limitano ad un'area circoscritta. In Italia si contano una decina di radio nazionali e centinaia di radio locali. Con istanza 19 dicembre 1956 la Società ''II Tempo-TV'' chiedeva al Ministero delle poste e delle telecomunicazioni ''l'assenso di massima'' per la realizzazione di un servizio di radiodiffusione televisiva, basato economicamente sui proventi della pubblicità, da attuare nelle Regioni del Lazio, della Campania e della Toscana, con eventuale successiva estensione ad altre regioni. Dichiarava la Società di voler realizzare tale programma provvedendo alla costruzione di impianti trasmittenti, studi di ripresa e ponti-radio mobili per trasmissioni esterne; di volersi conformare alle vigenti norme sulla stampa e sulla materia oggetto di pubblici spettacoli; di voler evitare ogni disturbo alle trasmissioni di altri servizi, ''assumendo l'obbligo di rispettare tutte le disposizioni nazionali ed internazionali, legislative e regolamentari, riguardanti le radiocomunicazioni''.