Radio Musica Italiana Anni 80


Radio Musica Italiana Anni 80

Da un punto di vista sociologico la radio è uno dei mezzi di comunicazione di massa tra i più diffusi e apprezzati. Da un punto di vista tecnologico è invece un'applicazione delle telecomunicazioni. Ma negli anni duemila la radio, anche quella tradizionale, conosce un successo straordinario con ascolti altissimi, come non si vedevano da anni, favorita, forse, anche dal contemporaneo calo degli spettatori televisivi, come sembrerebbe confermare un sondaggio del 2004, che rivelava che oltre il 45% degli Italiani, dichiara di preferire la radio alla televisione. L’evoluzione tecnologica che sta investendo il mondo automotive negli ultimi anni sta rivoluzionando non solo il modo di rapportarsi degli automobilisti con la propria vettura, ma anche le modalità di ascolto delle trasmissioni radiofoniche. Per chi volesse godere di una qualità del suono superiore rispetto al classico standard FM è disponibile la radio DAB. Per poter ricevere il segnale radiofonico in qualità digitale è necessario dotarsi di autoradio DAB. Le vetture moderne propongono spesso questo accessorio tra gli optional e si nota subito la differenza rispetto ad un’autoradio tradizionale, grazie alla presenza di uno schermo a cristalli liquidi che consente di riprodurre testi o immagini in contemporanea con la trasmissione radiofonica.

Negli anni '90 si diffonde la formula del network a cui si adeguando le principali emittenti. Contemporaneamente si assiste alla scomparsa di molte radio più piccole. Nascono in questi anni Radio Capital (1995) e Radio 24 (1999) la prima radio italiana all-news ed è inoltre la prima rete legata ad un quotidiano, il Sole 24 Ore. Nel 1988 con la riforma del servizio radio-televisivo pubblico, le reti radiofoniche RAI rinunciano ad inseguire la concorrenza privata in termini di ascolto e puntano sulla qualità, trasformandosi in programmi d'approfondimento e intrattenimento leggero. Nello stesso anno nasce Audiradio che riunisce la RAI, la Sipra e altre organizzazioni del settore con lo scopo di effettuare indagini periodiche a livello nazionale per la rilevazione dell'ascolto radiofonico. Due anni dopo, nel 1976, una seconda sentenza della Corte Costituzionale liberalizza la trasmissione via etere in ambito locale. In casa, con gli apparecchi radiofonici, si riceve sia la Modulazione di ampiezza (AM) che quella di frequenza (FM). Tutte la radio private riuscirono in questo modo a sfruttare le enormi potenzialità dell'FM.

La radio libera nasce e si sviluppa con intenti diversi: trasmettere musica indipendente e dediche, notiziari locali, programmi demenziali, idee politiche. Trasmettono la musica ribelle degli anni '70, snobbata dalla Rai e conquistano soprattutto il pubblico giovanile. Le radio libere contribuiscono a rinnovare radicalmente un settore ingessato, grazie anche ad idee nuove, a programmi originali e talvolta anche stramplati. Le prime radio libere hanno tipicamente una connotazione politica di sinistra, ma tante nascono semplicemente dalla voglia di aggregazione e di lanciarsi di molti giovani. Talvolta, molte di queste radio, trasmettevano i programmi in soluzioni economiche di fortuna: la romana RDS, ad esempio, aveva il suo studio in una soffitta, ma il caso più eclatante è quello della bolognese Radio Alice. Più tardi nasceranno anche radio a connotazione tipicamente religiosa, come Radio Maria. Una volta modulato, il segnale passa dal ricevitore (che può essere la radio dell'automobile) che lo codifica e lo trasmette sotto forma di suono.